Nel periodo compreso fra il 7 ed il 29 Settembre 2005 si è svolta una campagna di ricognizioni e rilevamenti nel territorio comunale di Lodé (NU), sotto la direzione scientifica di Alberto Moravetti dell’Università di Sassari, che ha prodotto un censimento dei beni archeologici presenti nel territorio di Lodè. Questo studio, grazie al patrocinio del Comune di Lodè, è stato pubblicato nel libro “LODÈ – TESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE” (2009), a cura di P. Melis da cui è stata tratta la mostra archeologica costituita da pannelli fotografici e alcuni reperti. Le più antiche testimonianze archeologiche nel territorio di Lodè risalgono almeno al Neolitico Recente (IV millennio a.C.): sono presenti infatti 5 domus de janas, (ipogei funerari scavati nella roccia) chiamate a Lodè calas de sos naneddos, alcune delle quali ancora ben visibili a pochi km dall’abitato, un menhir, una tomba dolmenica e un’allèe couverte. Di epoca nuragica sono invece un protonuraghe, diverse tombe dei giganti e tre nuraghi (il più importante è quello polilobato di Thorra, ancora ben conservato e uno ormai completamente distrutto) e diversi insediamenti (Sa Ichedda, Sas Seddas, Su Casteddu, Su Mattone, Thilameddu e Sos Lothos, questi ultimi due hanno probabilmente conosciuto una frequentazione prolungata dalla preistoria sino almeno all’alto medioevo).
Presso il CEAMAL di Sant’Anna è possibile visitare una mostra archeologica-fotografica permanente e osservare da vicino le cosidette “macine di Thilameddu”, frammenti di due diversi esemplari di catillum, l’antica mola asinaria.