I più antichi documenti scritti su Lodè risalgono probabilmente al 1100 circa, periodo in cui la Sardegna era suddivisa in quattro regni chiamati Judikatos (da Judiche, “re”): Giudicato di Gallura, Giudicato d’Arborea, Giudicato di Torres e Giudicato di Calari. La Villa (centro abitato) di Lodè faceva parte del Giudicato di Gallura e compare nei documenti in cui Innocenzo II (1135) e Onorio III (1238) confermarono la donazione della corte di S. Andrea di Lata o Late fatta dal giudice Costantino di Gallura ai monaci Vittorini. Lo storico D. Panedda (1978) suppone potesse trattarsi della Villa di Lodè, chiamata in epoca medievale con i nomi Lotde, Locde o Lotey. Questa ipotesi sembra confermata dall’esistenza di una chiesa (sino al 1600) consacrata a Sant’Andrea, i cui resti si trovano sotto l’attuale Piazza Villanova.
Le notizie certe su Lodè iniziano in seguito al 1323 quando la Sardegna, ad eccezione del giudicato d’Arborea, cade nelle mani dei catalano-Aragonesi. Nel 1431 Lodè fu infeudato, insieme alle ville di Posada, Torpè e Siniscola, con il nome di Baronia di Posada a Nicola Carròz d’Arborea. Maggiori informazioni riguardo alle abitudini e agli stili di vita del luogo si possono trarre sia da fonti storiche ecclesiastiche, sia attraverso registrazioni di rendite, lasciti, ecc.
Nel 1622 il parroco di Lodè, ottemperando alle direttive del Concilio Tridentino, introduce i Quinque Libri, ossia i registri di battesimo, morte, matrimonio e stato delle anime, dai quali emergono notizie relative alla grave crisi che colpì l’intera Baronia, dovuta principalmente alle numerose incursioni saracene: da questi libri abbiamo importanti notizie sulla vita della comunità lodeina.
Durante il XIX sec. il paese, come tutti gli altri centri della Sardegna, è caratterizzato da una serie di vicende che portarono al riscatto dal regime feudale: l’isola si preparava così all’imminente unità d’Italia.
Interessante da vedere e visitare è la mostra storica con copie dei documenti provenienti dagli archivi di Barcellona, Cagliari e Nuoro e con i doppi regesti in italiano e in sardo: la mostra è posta nella sala consiliare del Comune e la si può visitare ogni giorno gratuitamente. Il Comune di Lodè ha investito notevoli risorse economiche e professionali in ambito storico, al punto di creare un Archivio Storico Digitale, visitabile al link: http://archiviostorico.lode.taulara.net